Una volta ci piacevano ignoranti!
Napoli.
Vi ricordate quando, diversi anni fa, per le strade giravano veicoli il cui rapporto tra prestazioni e sicurezza era a dir poco approssimativo? Dove uscire con la pioggia e ritornare a casa sano e salvo faceva di te un sopravvissuto?
Si dai, quelle auto perfette per appiccicarci l’adesivo “no airbag, qui si muore da eroi!”
Io le ricordo, le piccole bombe le chiamavamo, oppure le bare con le ruote. Auto spesso piccole, ignoranti come un asino, su cui venivano installati anabolizzati motori in varie configurazioni, che facevano sbavare noi ragazzini più delle gonne corte delle coetanee. Forse.
Tra i modelli più diffusi e tamarri ricordo la Renault Supercinque GT Turbo, la Fiat Uno Turbo, la Opel Corsa 1.6 GSI, la Peugeot 205 GTI, Ford Fiesta RS, la Renault Clio V6, la Autobianchi Y10 Turbo…ma ora, dove sono finite?
Esistono ancora?
Ci stiamo raffinando, andando sempre più verso auto silenziose, parsimoniose nei consumi ed ecofriendly. Che poi, sulla carta hanno tanti cavalli anche le ibride per carità, ma la spinta ignorante di un V8 o della turbina che ti incastrava il cervello tra le dita dei piedi (cit. Balle Spaziali) ancora lo ricordo.
Così come ricordo i testacoda, le turbine che saltavano, pistoni sparati su plutone e interi assali divelti. Che tempi gli anni 90!
Ci sono rimaste nel cuore, il web è pieno di gruppi in cui si parla di loro (“Bare con le ruote” ad esempio, gruppo divertentissimo in cui si parla di tutte le auto “particolari” ed elaborate)
la sicurezza prima di tutto
Erano delle vere trappole mortali, consumavano come space shuttle, non stavano in strada per le prestazioni che offrivano, in caso di incidente diventavano fisarmoniche…insomma c’era di che stare attenti.
Le si sentiva arrivare da lontano, non solo per gli scarichi in genere aperti, ma anche il rumore di meccanica. Se non avete mai sentito da vicino un turbocompresso affrontare una curva, sentendo il chiaro sfogo della valvola wastegate e il ruggito nella ripresa del gas…vi siete persi tanto.
Pensate ad averne una adesso…ci vogliono 20 euro di senza piombo per andare a fare la spesa, nel tragitto uccidete 3 alberi e un koala coi gas di scarico, la gente vi guarda storto, se prendete un dosso vi fratturate una vertebra, in caso di pioggia vi supera anche un golf kart e se abitate a Milano tra una area B e l’altra siete fregati.
Però che belle! Ma voi non ne vorreste una?
Il problema di queste auto è che hanno delle tariffe assicurative, se non inquadrate come veicoli storici, assolutamente proibitive. Non che le auto ibride moderne siano molto meglio a “cavalleria”, basti pensare che la somma della potenza di motori elettrici e termici può agevolmente superare i 300 cavalli per veicoli non sportivi, con tutti i contro che questo porta con se, a partire dal pagamento del bollo auto visto che l’esenzione ha una durata limitata di anni che varia da regione a regione.
Tutto sta nel controllare sui libretti di circolazione, per alcuni mezzi dichiarare tanti cavalli diventa una spesa di gestione onerosa. Per le elettriche ad esempio non vale lo stesso discorso, i metodi del calcolo di potenza per un veicolo completamente elettrico sono diversi e vetture da oltre 700 cavalli come una Tesla S P100D a libretto potrebbe riportare un valore inferiore ai 200 kw (270 cavalli circa)…proprio perché la Motorizzazione prende in considerazione la potenza sempre disponibile e non quella “di picco”. Un bel vantaggio quando si dovrà calcolare bollo e assicurazione no?
Se vi incuriosiscono le full electric ne ho provata una, leggi pure qui.
Non trovo molto giusto il fatto che auto storiche e speciali come quelle citate sopra paghino molto di più in termini assicurativi delle più moderne ibride o elettriche con potenze notevolmente superiori, sono pezzi unici che andrebbero preservati.
Hai una piccola ignorante o una bara con le ruote? Parliamone!