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Napoli

Molti si ricordano di lui per le storiche vittorie in campionato. Personalmente ricordo il secondo. Avevo 10 anni, un ragazzino nella Napoli a cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90. L’anno del mondiale italiano.

Il ricordo più vivido che ho di quel 29 Aprile in particolare fu l’atmosfera tesa che si respirava da giorni, e l’enorme caciara che si scatenò subito dopo.

Ricordo la festa. La varia umanità, il gigantesco circo che si sviluppò in pochi minuti. Il fumo, il rumore di trombe e clacson, le grida.

La prima festa, quella di maggio dell’87 partecipai ai festeggiamenti con mio padre, che accompagnò me e mia sorella Marina per mano lungo le strade incasinate della città.

Ma il secondo partecipai da solo, io ed un amico ci avventurammo per la città per goderci l’atmosfera. Una roba che carnevale di Rio scansati.

Persone che grigliavano per strada, automobili verniciate, scoperchiate, tagliate a metà, rese irriconoscibili con gente stipata ovunque.

Parrucche, trucchi, non si trovava più un pastello azzurro in cartoleria o una latta di vernice azzurra al colorificio.

Verniciarono muri, pareti, scalinate, piazze. Verniciarono purtroppo anche le rovine di un antico acquedotto romano che dovette in seguito essere ripulito ma vabeh…

Ci rimisi un pezzo di incisivo, mi arrivo l’asta di una bandiera in piena faccia.

Ricordo quando da ragazzino mio padre mi portò a vederlo giocare, penso fosse un’amichevole, o una partita minore. Non c’era troppa ressa al San Paolo, penso che quella fu l’unica volta che lo vidi dal vivo.

Ma quello che mi rimane maggiormente impresso di lui non è il periodo in cui ha giocato, ma quello successivo. Perchè ho cominciato a crescere e dalla città lui non se n’è mai andato realmente. Ne ha popolato le pareti con murales, detti popolari e canti. Molti padri hanno dato il suo nome ai propri figli maschi in quel periodo, Napoli ne è piena. Lui è rimasto sempre in città, casa sua, un po come un figlio che si trasferisce, ovunque esso sia la sua casa di origine sarà sempre “casa sua”.

Insomma se ne è andato un altro pezzo della mia infanzia, è triste.

Il fatto di non aver ancora fatto il suo nome non è un caso.

Ciao Diego

 

Foto di copertina: ANSA. Si tratta del murales di Jorit Acoch e si trova a San Giovanni a Teduccio (Na).

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